giovedì 18 novembre 2010

55%:VIA LIBERA ALLA PROROGA PER IL 2011


(Fonte: www.Edilportale.com)

18/11/2010: Approvato dalla Camera l’emendamento alla Finanziaria; detrazione in dieci anni, invece che in cinque. È stato approvato ieri sera alla Camera l’emendamento alla Finanziaria che proroga al 2011 la detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
Secondo il testo della proposta emendativa, presentata dal relatore della Finanziaria (Legge di Stabilità 2011) Marco Milanese, le spese saranno detraibili in dieci anni, e non più in cinque anni. Non cambiano invece i tetti di spesa e gli interventi ammessi alla detrazione.

Il testo dell’emendamento: “Art. 1 Comma 47-bis. Le disposizioni di cui l'articolo 1, commi da 344 a 347, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano, nella misura ivi prevista, anche alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2011. La detrazione spettante ai sensi del presente comma è ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Si applicano, per quanto compatibili, le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 24, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e all'articolo 29, comma 6 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, della legge 28 gennaio 2009, n.2.

Ieri il viceministro all’Economia, Giuseppe Vegas ha spiegato che nel 2011 il bonus fiscale dovrebbe generare maggiori entrate Iva per 124,8 milioni di euro; dal 2012 (anno in cui si comincerà a detrarre le spese del 2011) la misura dovrebbe costare allo Stato circa 300 milioni di euro. Il costo complessivo per lo Stato, nei dieci anni di detrazione, sarà pari a 1,8 miliardi di euro.

L’Aula di Montecitorio licenzierà entro domani la Legge di Stabilità, senza ricorrere al voto di fiducia. La prossima settimana la Finanziaria approderà in Senato per essere approvata entro il 10 dicembre.


LE REAZIONI
Per Uncsaal (produttori di serramenti metallici) “questa notizia contiene uno straordinario elemento di positività che va incontro alle migliaia di richieste di proroga del 55% inviate a Governo e Parlamento da costruttori di serramenti, progettisti, istituzioni locali e cittadini. Uncsaal continuerà a monitorare i lavori parlamentari e a informare le migliaia di operatori del settore in ansia per l’esito finale di questa importante battaglia per la conferma di un provvedimento essenziale per supportare la domanda in una congiuntura dominata ancora dagli effetti della crisi e per contribuire al risparmio energetico e al contenimento delle emissioni di gas serra.”

“È spalmato su dieci anni invece che su cinque, quindi ha un effetto calmierato, ma è meglio di niente” ha affermato Paolo Buzzetti, presidente dell’ANCE. Cancellare completamente l’incentivo - ha proseguito Buzzetti - “sarebbe stato negativissimo; questo è una dimostrazione di buona volontà anche se ne rallenta gli effetti”.

giovedì 11 novembre 2010

ULTIM'ORA 55%: FORSE LA PROROGA CON IL MILLEPROROGHE


(fonte: www.edilportale.com)

ULTIM'ORA. Potrebbe entrare nel decreto milleproroghe di fine anno la proroga della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, in scadenza il il 31 dicembre 2010.
Nel pomeriggio di oggi, il relatore alla Finanziaria, Marco Milanese (Pdl), in qualità di consigliere economico del ministro dell'economia Giulio Tremonti, ha affermato che “il Governo sta pensando di inserire il bonus del 55% nel decreto milleproroghe”.

Ieri sera il vice ministro all’Economia, Giuseppe Vegas aveva annunciato che “la proroga al 2011 della detrazione Irpef del 55% sulle spese per l’efficientamento energetico degli edifici non trova spazio nella Legge di stabilità”. Il maxiemendamento del Governo alla Legge di Stabilità 2011 (ex Finanziaria), presentato in Commissione Bilancio della Camera, contiene misure di sviluppo per circa 5,5 miliardi di euro, invece che per 7 miliardi, come previsto inizialmente. Sotto la scure sarebbe finita anche la detrazione del 55%.

Inoltre, in Commissione Bilancio della Camera, è stato riammesso l’emendamento alla Legge di stabilità, presentato dal Partito Democratico a firma della capogruppo in commissione Ambiente, Raffaella Mariani, che prevede un bonus fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.

La proroga del bonus del 55% era stata formalmente chiesta nei giorni scorsi dalle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera, e auspicata ieri anche da Futuro e Libertà. Benedetto Della Vedova (Fli) ha spiegato che la misura funziona egregiamente, incentiva in modo virtuoso un settore economico importante, fa emergere il lavoro nero, con risultati straordinari in termini di risparmio energetico. Secondo i calcoli del Fli - ha detto Della Vedova - il costo della misura è di circa 400 milioni, “ma gli analisti ci spiegano che se uno allarga un pò i conti si accorge che la misura sostanzialmente non ha costo”.

Di “saldo quanto meno alla pari” aveva parlato a fine ottobre il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, annunciando che il Il Ministero dell’Economia e quello dello Sviluppo Economico erano al lavoro per prorogare la detrazione del 55%. “Speriamo di riuscire a prorogare questa misura nonostante le difficoltà di bilancio - aveva detto Saglia -, magari con regole più selettive” . Prima di Saglia, all’inizio di ottobre, anche il sottosegretario all’Economia e Finanze, Luigi Casero, si era detto fiducioso sulla possibilità di prorogare la detrazione del 55% oltre il 2010.


I PRIMI COMMENTI
Per il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, la mancata proroga della detrazione è una “decisione profondamente negativa per il comparto”. “Il taglio del bonus del 55% - afferma il CNAPPC - e il drastico ridimensionamento dei fondi destinati al Ministero dell’Ambiente confermano l’incapacità della politica italiana di guardare lontano: i due provvedimenti, se confermati, risponderebbero ad una mera logica di risparmio nel brevissimo periodo”. “Questi provvedimenti - si legge ancora nel comunicato - contribuiranno, se possibile, a peggiorare ulteriormente le condizioni del settore edilizio, professionisti ed imprese”.

“Rinunciare alla detrazione fiscale del 55% non è risparmio ma è compromettere inutilmente il futuro ambientale di questo paese ed assestare un altro duro colpo all’occupazione”. Così Antonio Correale, Segretario Generale di FeNEAL UIL. “Il risparmio energetico - afferma Correale - non è un lusso del presente, è uno dei capitoli fondamentali dello sviluppo del Paese. Togliere il mattone dell’incentivo del 55% dalla costruzione di un nuovo modo di concepire l’edilizia e l’ambiente vuol dire ancora una volta prenotarsi per l’ennesimo ritardo strutturale del nostro Paese”.

“Francamente demenziale”. Così il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, ha definito la decisione del governo di non prorogare la detrazione. Secondo Bersani, la cancellazione del bonus “non mancherà di suscitare proteste” tra gli addetti alle costruzioni.

Per Federconsumatori, quella di abolire l’agevolazione del 55% è “una scelta davvero inaccettabile e poco lungimirante”. “Secondo quale logica, in piena crisi economica, e di fronte ai continui aumenti dei costi di alcuni prodotti energetici - si chiede l’Associazione -, si sceglie di tagliare i fondi destinati ad incentivare e far crescere, nel nostro Paese, la cultura del risparmio energetico? Si tratta di un’operazione che conferma, ancora una volta, la politica miope ed iniqua portata avanti da questo Governo, che dimostra, di giorno in giorno, la mancata volontà di investire sul futuro della nostra economia e dell’intero Paese”.

“Com’è possibile cancellare un provvedimento virtuoso che ha creato lavoro, permesso di ridurre le bollette energetiche, riqualificato case e edifici? Le detrazioni del 55% sono sicuramente il più lungimirante intervento di sviluppo sostenibile introdotto negli ultimi anni in Italia. Sarebbe un gravissimo errore cancellarlo e provocherebbe danni assai rilevanti per le imprese e le famiglie. Così il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, commenta l’ipotesi che le detrazioni del 55% non compaiano nella legge di stabilità 2011. “Se il Ministero dell’Economia confermerà la sparizione degli incentivi a partire da gennaio faremo sentire la nostra voce insieme a quella di molti altri. A pensarla come noi, infatti, ci sono imprenditori, costruttori e associazioni dei consumatori pronti a scendere in piazza”.

Non rinnovare le detrazioni del 55% è “una scelta incomprensibile che avrà ricadute devastanti sul tessuto industriale della Piccola e Media impresa italiana (1 Miliardo di Euro di fatturato in meno previsto per il 2011 solo per il sistema serramenti), sull’occupazione non tutelata dagli ammortizzatori sociali (8.000 i posti di lavoro che il comparto serramenti stima di perdere l’anno prossimo), sul bilancio energetico e ambientale del nostro Paese e sulle casse dello Stato”. Lo afferma Pietro Gimelli, Direttore Generale UNCSAAL. “Nei prossimi giorni Uncsaal e FederlegnoArredo produrranno una mozione ufficiale che sarà veicolata a tutti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte e condivisa attraverso internet con le migliaia di operatori e consumatori che già hanno aderito in massa alle precedenti battaglie per salvare il 55%, con l’auspicio che il Governo sappia e voglia trovare al più presto il modo di modificare questa decisione.

DETRAZIONE 55%: SALTA LA PROROGA PER IL 2011


(Fonte: www.edilportale.com)

La detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici cesserà il 31 dicembre 2010.
La conferma è arrivata ieri sera con il mancato inserimento della proroga della detrazione nella Legge di Stabilità 2011 (ex Finanziaria). Il maxiemendamento del Governo, presentato in Commissione Bilancio della Camera, contiene misure di sviluppo per circa 5,5 miliardi di euro, invece che per 7 miliardi, come previsto inizialmente.

“Non trova spazio nella Legge di stabilità - ha affermato il vice ministro all’Economia, Giuseppe Vegas - la proroga al 2011 della detrazione Irpef del 55% sulle spese per l’efficientamento energetico degli edifici”.

Salta quindi la proroga del bonus del 55%, formalmente nei giorni scorsi dalle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera, e auspicata ieri anche da Futuro e Libertà. Benedetto Della Vedova (Fli) ha spiegato che la misura funziona egregiamente, incentiva in modo virtuoso un settore economico importante, fa emergere il lavoro nero, con risultati straordinari in termini di risparmio energetico. Secondo i calcoli del Fli - ha detto Della Vedova - il costo della misura è di circa 400 milioni, “ma gli analisti ci spiegano che se uno allarga un pò i conti si accorge che la misura sostanzialmente non ha costo”.


I PRIMI COMMENTI
Per il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, la mancata proroga della detrazione è una “decisione profondamente negativa per il comparto”. “Il taglio del bonus del 55% - afferma il CNAPPC - e il drastico ridimensionamento dei fondi destinati al Ministero dell’Ambiente confermano l’incapacità della politica italiana di guardare lontano: i due provvedimenti, se confermati, risponderebbero ad una mera logica di risparmio nel brevissimo periodo”. “Questi provvedimenti - si legge ancora nel comunicato - contribuiranno, se possibile, a peggiorare ulteriormente le condizioni del settore edilizio, professionisti ed imprese”. “Riveda, dunque, il Governo - invita il CNAPPC - i provvedimenti annunciati accantonandoli e mettendo al contempo mano a quelle iniziative legislative, molte delle quali da tempo bloccate, a favore della riqualificazione territoriale e dell’innovazione tecnologica dell’edilizia”.

“Rinunciare alla detrazione fiscale del 55% non è risparmio ma è compromettere inutilmente il futuro ambientale di questo paese ed assestare un altro duro colpo all’occupazione”. Così Antonio Correale, presidente di FeNEAL UIL. “Il risparmio energetico - afferma Correale - non è un lusso del presente, è uno dei capitoli fondamentali dello sviluppo del Paese. Togliere il mattone dell’incentivo del 55% dalla costruzione di un nuovo modo di concepire l’edilizia e l’ambiente vuol dire ancora una volta prenotarsi per l’ennesimo ritardo strutturale del nostro Paese. Un’eventualità che va scongiurata in ogni modo”.

mercoledì 27 ottobre 2010

DETRAZIONE 55%: MINISTERI AL LAVORO PER LA PROROGA

(Fonte: www.edilportale.it)

Il Ministero dell’Economia e quello dello Sviluppo Economico stanno lavorando per prorogare la detrazione fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
Lo ha annunciato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, a margine di un convegno dell’Adiconsum.

“Stiamo lavorando con il ministero dell’Economia per dare un futuro a una misura che rappresenta un driver importante per lo sviluppo e la crescita - ha detto il sottosegretario - speriamo di riuscire a prorogare questa misura nonostante le difficoltà di bilancio, magari con regole più selettive”.

Saglia ha poi sottolineato che tale misura non dovrebbe comportare “un esborso erariale ma un saldo quanto meno alla pari”

martedì 5 ottobre 2010

55%: LA PROROGA SEMBRA PIU' VICINA


(Fonte: www.edilportale.com)
Il sottosegretario ha riconosciuto la bontà della misura di incentivazione - in scadenza il 31 dicembre 2010 -, che è servita al settore dell’edilizia, allo sviluppo complessivo del Paese e al recupero di gettito, più di altri benefici fiscali. Lo strumento - ha affermato Casero - si è dimostrato utile e può essere messo in campo nell’ambito di un progetto complessivo di salvaguardia dei conti pubblici.

Ma alcuni incentivi (non fiscali), in particolare quelli a pioggia - ha ammonito il sottosegretario -, alcuni incentivi sull’occupazione in alcune parti del Paese e in alcuni settori, si sono rivelati inutili o si sono prestati a truffe. Quindi - ha proseguito Casero - occorre ridurre i contributi dati a fondo perduto a imprese che spesso non crescono, e destinare quelle risorse alle imprese che reinvestono gli utili, alla detrazione del 55% o ad altre manovre per il rilancio delle imprese.


Ricordiamo che qualche giorno fa, Roberto Moneta, funzionario del Dipartimento Energia del Ministero per lo Sviluppo Economico, ha annunciato che gli uffici tecnici del MSE stanno preparando una proposta tecnica, da sottoporre ai Ministri competenti, per la proroga della detrazione fiscale del 55% e per una ricalibratura della misura che privilegi gli interventi più efficaci in termini di risparmio energetico. Le organizzazioni del settore delle costruzioni (ANCE e FINCO) avevano, ancora una volta, chiesto al Governo di prorogare la detrazione del 55%

giovedì 30 settembre 2010

55% VERSO UNA PROROGA


(Fonte: www.edilportale.it)

30/09/2010 - Gli uffici tecnici del Ministero dello Sviluppo economico proporranno ai Ministri competenti una proroga della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici - in scadenza il 31 dicembre 2010 - e una ricalibratura della misura che, con l’esperienza di questi anni, promuova maggiormente gli interventi più efficaci in termini di risparmio energetico e riduca l’onere per lo Stato. Lo ha annunciato Roberto Moneta, funzionario del Dipartimento Energia del Ministero per lo Sviluppo Economico, intervenendo ad un workshop sulla “sfida energetica”, organizzato la scorsa settimana dall’Ance. Per il momento - ha precisato Moneta - si tratta una proposta tecnica da porre all’attenzione dei decisori pubblici.

Un'apertura che fa ben sperare le organizzazioni del settore delle costruzioni, che hanno nuovamente chiesto al Governo di prorogare la detrazione fiscale del 55%: l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE) e la Federazione Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per le Costruzioni (FINCO) ritengono indispensabile e urgente prorogare la detrazione oltre il 2010.

Nel corso dell'incontro, il Vice Presidente dell'Ance, Piero Torretta, ha ricordato che l’incentivazione del 55% ha permesso di avviare la riqualificazione energetica del patrimonio esistente ( 27 milioni di alloggi) con un consumo medio di 180-200 kwh/mq anno.

Sebbene nei tre anni di applicazione la detrazione ha consentito di raggiunger solo il 10% dell'obiettivo di risparmio energetico fissato dal Piano d’Azione nazionale al 2016 (4.500 GW rispetto ai 42.000), è indispensabile - ha affermato Torretta - prevedere una proroga della sua vigenza, rimodulando però il beneficio in modo da “premiare” gli interventi di riqualificazione che consentano di ottenere un significativo risparmio energetico.

Occorre - secondo il Vice Presidente Ance - superare la logica dell’intervento sul singolo componente sostituito o installato (infissi, caldaie, pannelli solari), poiché spesso questo non ha assicurato un effettivo conseguimento di risparmio energetico dell’intero immobile, riservando l’agevolazione agli interventi che, indipendentemente dai singoli componenti, riducano il fabbisogno di energia dell’immobile rispetto a valori prestabiliti (si ipotizza il limite del rendimento definito dal Dlgs 192/2005 che corrisponderebbe al 50% del consumo medio del patrimonio esistente). Le risorse finanziarie per la detrazione del 55% potrebbero essere reperite sia utilizzando una parte del prelievo applicato al consumo elettrico che oggi incentiva le fonti rinnovabili, sia istituendo un Fondo alimentato dal prelievo sui consumi di energia da fonte fossile (Carbon Tax).

Anche FINCO chiede all’Esecutivo indicazioni riguardo alla riconferma del 55% per i prossimi anni. La detrazione del 55% in quattro anni - si legge in comunicato di FINCO - ha prodotto circa 600.000 interventi di riqualificazione energetica per un risparmio di circa 4.500 Gw, contribuendo a innescare cambiamenti epocali e trasversali nel comparto italiano del risparmio energetico. “Cosa avverrà per il 2011?” si chiede Libero Ravaioli - Consigliere incaricato FINCO per l’Europa, e Vice Presidente CEPMC (Confederazione Europea dei Produttori dei Materiali da Costruzione).

Un recente studio dell’Ufficio Studi Economici Uncsaal, in collaborazione con l’Università di Lugano, ha evidenziato che senza il 55%, solo nel settore dei serramenti, l’intero comparto italiano si ridimensionerà di circa un miliardo di euro, con la conseguente chiusura di centinaia di aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Rinnovare il 55% oltre il 2010 - continua Ravaioli - non significa soltanto dare respiro alle industrie ancora in crisi, incentivare “consumi intelligenti” da parte dei proprietari di case, “moralizzare” un mercato delle costruzioni ancora caratterizzato da sacche di “grigio” o di “nero”, ma significa anche risparmiare migliaia di Gw e preservare l’atmosfera da tonnellate di emissioni nocive. Inoltre, spiega FINCO, il 55% è solo apparentemente una voce di spesa, perché in 4 anni il ritorno per il Sistema Paese di questa misura è di quasi 4 miliardi di euro superiore alla cifra spesa, o meglio non incamerata, dallo Stato.

mercoledì 22 settembre 2010

PIANO CASA PIEMONTE: AMMESSI I CENTRI STORICI


(Fonte: www.edilportale.it)

22/09/2010 - È stato approvato dalla Giunta Regionale del Piemonte il ddl per la modifica del Piano Casa. Col via libera del Consiglio, atteso nei prossimi giorni, le norme per il rilancio del settore edile potrebbero subire la liberalizzazione annunciata dopo le elezioni dello scorso aprile. Il ddl, proposto dall’Assessore Ugo Cavallera, semplifica gli interventi di ampliamento in deroga sugli edifici residenziali. Per la realizzazione dei lavori, in linea con le modifiche normative nel frattempo intervenute nel campo del risparmio energetico, il miglioramento delle prestazioni sarà richiesto solo per la parte ampliata.
Verrà inoltre ammessa anche la costituzione di una nuova unità abitativa, a condizione che si mantenga un collegamento funzionale al vecchio fabbricato.
Gli interventi di demolizione e ricostruzione saranno estesi a tutti i fabbricati con destinazione diversa da quella residenziale, purchè ci sia una parte anche minoritaria ad uso abitativo.
Via libera anche ai lavori nei centri storici su sugli edifici classificati incongrui o incoerenti allo strumento urbanistico, agevolando la ricostruzione di fabbricati fuori scala o incompatibili con il contesto circostante dei nuclei di pregio.
Nei fabbricati artigianali, produttivi e direzionali che per rinnovate esigenze produttive e tecnologiche hanno necessità di adeguarsi ai nuovi cicli di produzione saranno favoriti interventi di soppalco o ampliamento della superficie utile.
Sarà infine esteso agli edifici a destinazione turistico-ricettiva la possibilità di ampliamento in deroga e il recupero dei sottotetti.
Per l’approvazione definitiva del testo, che ha registrato l’approvazione del Presidente Cota e degli esponenti del settore costruzioni, si attende ora il passaggio in Consiglio Regionale.

mercoledì 28 luglio 2010

55%: NUOVA RICHIESTA DI PROLUNGARLO DA PRODUTTORI IMPIANTI


(Fonte: www.edilportale.com)
“Portare all’attenzione del Governo l’assoluta necessità di mantenere le detrazioni fiscali del 55% per il solare termico e i generatori di calore a condensazione”. È quanto si propongono Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici) e Assolterm (Associazione Italiana Solare Termico) - che rappresentano l’industria del solare termico e del riscaldamento - in una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro ad interim dello Sviluppo Economico e al Ministro dell’Economia e delle Finanze.


La detrazione del 55% - spiegano le associazioni - sta portando beneficio sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica in atto, sia al sistema paese, con un rapporto positivo costi/benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese.

Dati alla mano, illustrano gli obiettivo che il settore del solare termico potrebbe raggiungere, se opportunamente sostenuto da incentivi, come la detrazione del 55%, e a fronte di un investimento contenuto nel breve e medio termine: nel 2020 potrebbe tagliare il traguardo di 1 metro quadrato installato per abitante.

A questo si accompagnerebbero numerosi benefici, diretti e indiretti, all’economia, in termini di occupazione; raggiungimento dell’obiettivo al 2020 sulle rinnovabili; crescita del gettito fiscale; riduzione delle bollette energetiche; sviluppo di una green economy e di una filiera industriale; riduzione della dipendenza dall’estero e dall’energia fossile.

Assotermica e Assolterm riprendono i dati Enea sulle detrazioni fiscali del 55% secondo cui, nel biennio 2008/2009, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e la sostituzione dei vecchi generatori di calore con modelli a condensazione hanno drenato una percentuale molto bassa di risorse, pari a poco più di 200 milioni di euro (circa l’8% delle detrazioni complessive) per i pannelli solari, e di 300 milioni di euro (circa il 20% delle detrazioni complessive) per la sostituzione di generatori di calore. Alla luce di questi elementi, le aziende del settore chiedono con forza che il Governo mantenga nel medio termine le detrazioni fiscali del 55% per il solare termico e i generatori di calore a condensazione e auspicano che il meccanismo delle detrazioni possa essere la base per l’elaborazione di nuovi sistemi di incentivazione più articolati e ottimizzati.

Le Regioni inoltre, analizzando il Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili (PAN), hanno espresso perplessità sugli incentivi e sulla reale possibilità di raggiungere gli obiettivi energetici imposti a livello europeo senza la proroga del 55%.

Nel PAN, infatti l’incentivo viene definito “particolarmente efficace per alcune applicazioni” e attualmente è in corso la valutazione dei risultati, anche in termini di effetti macroeconomici, nonché di effettivo onere per lo Stato, al fine di verificarne la possibile continuità e la rimodulazione in forme sempre più efficaci.

Il PAN propone alcuni interventi, tra cui:
- la revisione dello strumento delle detrazioni fiscali con riduzione della quota di spese detraibili per classi di intervento di diversa complessità e dimensioni, una più attenta calibrazione dei tetti di spesa detraibili e una revisione del numero di annualità per beneficiare della detrazione;
- l’attivazione di strumenti logicamente simili alle detrazioni fiscali per gli interventi con tempi di ritorno elevati o dimensione minore ed eseguiti da soggetti diversi da imprese.

lunedì 26 luglio 2010

55%: LA CAMERA NE CHIEDE LA PROROGA


(Fonte: www.edilportale.com)
“Prevedere la proroga - con successivo atto normativo - della detrazione fiscale di cui all’articolo 1, comma 20, della legge 244/2007, ora in vigore solo fino al 31 dicembre 2010, per interventi di riqualificazione energetica degli edifici”.

L’ennesima richiesta di prorogare la detrazione fiscale del 55% arriva dalla Commissione Ambiente della Camera ed è inserita nel parere sulla legge di conversione del DL 78/2010 Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, ovvero la manovra finanziaria.

Per effetto della Finanziaria 2008 (Legge 244/2007) infatti, la detrazione scadrà il 31 dicembre 2010 e, già da diversi mesi, sia il Parlamento che gli operatori del settore stanno chiedendo al Governo di prolungare l’agevolazione.
Poco più di un mese fa, le Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera hanno chiesto al Governo di dare continuità alla detrazione del 55%.
Poco prima erano stati i produttori di infissi ad avanzare la stessa richiesta, con una lettera indirizzata all’ANCI (Associazione dei Comuni Italiani), ai Ministeri, al Parlamento e alle Regioni associandosi all’analoga istanza presentata nel febbraio scorso dai Sindaci del Nord Italia.


In diverse occasioni il Governo ha espresso la propria disponibilità a prorogare il bonus oltre il 2010: a maggio il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, ha riconosciuto i buoni risultati, sia ambientali che economici, ottenuti nei tre anni, affermando che c’è spazio per la proroga delle agevolazioni, compatibilmente con le esigenze di bilancio.

Finora però in nessun provvedimento c'è traccia della proroga della detrazione del 55%.

venerdì 7 maggio 2010

DETRAZIONE FISCALE 55% VERSO LA PROROGA


(fonte: www.edilportale.com)

Potrebbe essere prorogata la detrazione fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, in scadenza al 31 dicembre 2010. Lo ha detto il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, nel corso del workshop “Detrazioni fiscali per l’efficienza energetica: analisi, risultati e prospettive”, organizzato martedì scorso dall’ENEA. Secondo Saglia, i buoni risultati, sia ambientali che economici, ottenuti in questi tre anni fanno ritenere che vi sia uno spazio per la proroga delle agevolazioni. Bisognerà però tenere conto della compatibilità di bilancio, considerato il delicato quadro economico.

“L’efficienza energetica - ha dichiarato Saglia - costituisce uno degli elementi-chiave della nuova politica energetica nazionale, assieme alle fonti rinnovabili e al nucleare, per la riduzione della dipendenza dalle fonti fossili e per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni climalteranti”. E ha aggiunto: “Il settore dell’edilizia costituisce un settore strategico, perché rappresenta circa un terzo del consumo totale di energia, e quindi il sistema degli incentivi per favorirne l’efficienza energetica costituisce una determinante opportunità di sviluppo per il sistema imprenditoriale italiano e un volano per la ripresa economica”.

Dal Rapporto dell'Enea emerge che il 2007 e il 2009 sono stati quasi 590.000 gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici che hanno usufruito della detrazione fiscale del 55%.

martedì 27 aprile 2010

DETRAZIONE 55%: CHIARIMENTI DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

(fonte: www.edilportale.com)
Per usufruire della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, il contribuente deve inviare all’ENEA, entro 90 giorni dalla fine lavori, i documenti relativi agli interventi effettuati. La data di fine lavori coincide con il collaudo ma, nel caso di interventi per i quali non è previsto il collaudo, come la sostituzione di finestre, tale data può essere provata con altra documentazione emessa da chi ha eseguito i lavori o dal tecnico che compila la scheda informativa; non è invece ammessa l’autodichiarazione del contribuente.
Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate nella Circolare 21/E del 23 aprile 2010, con la quale ha fornito indicazioni sulle detrazioni fiscali.

L’Agenzia conferma la possibilità di detrarre il 55% delle spese per la sostituzione dei portoni di ingresso, a condizione che si tratti di serramenti che delimitano l’involucro riscaldato dell’edificio, verso l’esterno o verso locali non riscaldati, e risultino rispettati gli indici di trasmittanza termica richiesti per la sostituzione delle finestre.

Uno dei quesiti riguarda la cumulabilità del bonus del 55% con altri contributi: l’Agenzia spiega che, dal 1° gennaio 2009, è necessario scegliere se applicare la detrazione del 55% o, in alternativa, beneficiare di eventuali contributi comunitari, regionali o locali. Non è possibile, quindi, cumulare, per lo stesso intervento, la detrazione del 55% con altri benefici. Se un contribuente ha richiesto l’assegnazione di eventuali contributi erogati da enti locali o dalla Comunità Europea, può avvalersi della detrazione del 55%, fermo restando che, qualora questi gli vengano riconosciuti, ed intenda beneficiarne, dovrà restituire la detrazione già utilizzata in dichiarazione anche per la parte non coperta da contributo.

Tornando alle tipologie di intervento agevolabili, viene chiarito che è l’installazione di un impianto di riscaldamento centralizzato in un fabbricato in cui solo la metà degli appartamenti è già dotata di impianto di riscaldamento è consentito, ma limitatamente alla parte di spesa relativa agli appartamenti nei quali l’impianto era presente. La quota di spesa detraibile deve essere individuata con un criterio di ripartizione proporzionale basato sulle quote millesimali di ciascun appartamento.

Nel caso di interventi a cavallo di più anni, occorre inviare all’Agenzia delle Entrate apposita comunicazione. Se questa dichiarazione non viene inviata, o viene inviata altre i termini (90 giorni dalla fine del periodo di imposta in cui le spese sono state sostenute), non si decade dal beneficio, ma l’inadempimento è punito con una sanzione da 258 a 2.065 euro.

La detrazione degli interventi di riqualificazione energetica eseguiti con contratto di leasing spetta all’utilizzatore ed è determinata in base al costo sostenuto dalla società concedente. Non è obbligatorio pagare tramite bonifico; l’invio della scheda informativa all’Enea e della comunicazione all’Agenzia per gli eventuali lavori pluriennali compete a chi si avvale della detrazione; la società di leasing deve attestare la fine dei lavori e il costo sostenuto, sul quale determinare la detrazione.

Infine, è concessa la possibilità di rettificare, anche oltre i 90 giorni dalla fine dei lavori, eventuali errori commessi nella compilazione della scheda informativa destinata all’ENEA. Il contribuente può correggere il contenuto della scheda mediante l’invio telematico di una nuova comunicazione, che annulli e sostituisca la precedente. Con la nuova scheda informativa dovrà essere re-inviato anche l’attestato di qualificazione energetica, ove richiesto. La rettifica dovrà, comunque, essere inviata entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi nella quale la spesa può essere portata in detrazione.

La Circolare 21/E chiarisce anche alcuni dubbi sulla detrazione del 36% per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio. Non è causa di decadenza dal beneficio la mancata comunicazione di fine lavori prevista per gli interventi di importo superiore a 51.645,69 euro. Il tetto di spesa su cui applicare la detrazione era originariamente fissato in 150 milioni di Lire (pari a 77.468,53 euro). Secondo la normativa vigente, è obbligatoria la comunicazione per i lavori il cui importo supera la somma di 100 milioni di Lire (pari a 51.645,69 euro). Dal 2003 il tetto per la detrazione del 36% è sceso a 48.000 euro, cioè al di sotto della soglia a partire dalla quale la comunicazione è obbligatoria (51.645,69 euro).

venerdì 26 marzo 2010

NO DIA PER MANUTENZIONI STRAORDINARIE: DA OGGI IL VIA

(Fonte: www.edilportale.com)

Al via il Decreto-Legge Incentivi che consente di effettuare gli interventi di manutenzione straordinaria degli edifici senza alcun titolo abilitativo.
Come annunciato nei giorni scorsi dal Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, il provvedimento sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di oggi 26 marzo ed entrerà in vigore oggi stesso.

Vediamo la situazione nelle singole Regioni:

Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Val d’Aosta, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Campania e Sicilia hanno una legge regionale in materia edilizia, successiva al Dpr 380/2001, che richiede DIA per le manutenzioni straordinarie. Poiché la legge regionale prevale sul DL nazionale, la DIA continuerà ad essere richiesta, a meno che le Regioni non decidano di adeguare le proprie leggi al DL nazionale, liberalizzando le manutenzioni straordinarie.

In dubbio le Regioni Piemonte, Veneto e Lazio che richiedono la DIA per le manutenzioni straordinarie, escludendo quindi l’applicazione del DL, ma sulla base di leggi regionali precedenti al Dpr 380/2001.

In Puglia, Marche Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria, Regioni che non hanno una legge regionale in materia, si farà riferimento al nuovo Dpr 380/2001, come modificato dal DL Incentivi. Queste Regioni potranno comunque, in seguito, decidere di legiferare reintroducendo la DIA, ma intanto, da oggi, si potrà ristrutturare senza DIA.

Le Regioni nelle quali si applicano da subito le semplificazioni volute dal Governo sono la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia, le cui leggi regionali in materia edilizia consentono già di iniziare i lavori inoltrando una comunicazione, senza attendere 30 giorni, e quelle che, non avendo una legge in materia applicando direttamente il Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2001).

Il decreto-legge modifica l’articolo 6 “Attività edilizia libera” del Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2001), aggiungendo le manutenzioni straordinarie all’elenco degli interventi realizzabili senza titolo abilitativo, a patto che l’intervento non riguardi le parti strutturali dell’edificio, non incrementi il numero delle unità immobiliari e non modifichi volumetrie e superfici.

Gli interventi dovranno però rispettare le prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali, le norme antisismiche, il Codice dei beni culturali e del paesaggio, le norme antincendio, igienico-sanitarie e sull’efficienza energetica, nazionali o regionali e le norme di sicurezza.

Da oggi, chi vorrà modificare i tramezzi interni alle abitazioni, sostituire le finestre, realizzare canne fumarie, ascensori, scale di scurezza, rifare il bagno, la cucina e gli impianti elettrici e termici, rinnovare i rivestimenti delle facciate esterne, potrà inviare una comunicazione, anche telematica, al Comune prima dell’inizio dei lavori, allegando le eventuali autorizzazioni obbligatorie e indicando l’impresa che eseguirà le opere.

Con la stessa procedura sarà possibile anche installare pannelli solari, fotovoltaici e termici, senza serbatoio di accumulo esterno, al di fuori dei centri storici.

Le altre attività liberalizzate sono: movimenti di terra connessi all'attività agricola; opere temporanee da rimuovere entro 90 giorni; serre mobili stagionali; opere di pavimentazione e finitura di spazi esterni, anche per parcheggi; realizzazione di aree ludiche senza fini di lucro.

Domani inizia il conto alla rovescia per la conversione in legge del DL; l’iter dovrà concludersi entro il 24 maggio 2010.

giovedì 25 marzo 2010

FONTI RINNOVABILI: PRESENTI NEL 86% DEI COMUNI ITALIANI

(Fonte: www.edilportale.com)

Sono ben 6.993 i Comuni italiani dove è installato almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili. Erano 5.580 lo scorso anno, 3.190 nel 2008. Le fonti pulite che fino a dieci anni fa interessavano, con il grande idroelettrico e la geotermia le aree più interne e comunque una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nell’86% dei Comuni. E per quanto riguarda la diffusione, sono 6.801 i Comuni del solare, 297 quelli dell’eolico, 799 quelli del mini idroeletttrico e 181 quelli della geotermia. Le biomasse si trovano invece in 788 municipi dei quali 286 utilizzano biomasse di origine organica animale o vegetale.
Ecco, in sintesi, il quadro dell’Italia sostenibile, rilevato dal rapporto ‘Comuni Rinnovabili 2010’ di Legambiente, realizzato in collaborazione con GSE e Sorgenia, presentato a Roma nella sede del GSE, alla presenza di Emilio Cremona (presidente GSE), Nando Pasquali (AD di GSE), Vittorio Cogliati Dezza (Presidente nazionale Legambiente), Francesco Ferrante (Vicepresidente Kyoto Club), Massimo Orlandi (AD Sorgenia), Alessandro Ortis (Presidente Autorità energia elettrica e gas), Sara Romano (Direttore Generale per l'Energia del Ministero dello Sviluppo Economico), Edoardo Zanchini, responsabile Energia Legambiente, Simone Togni (Segretario generale Anev).

Il rapporto racconta con numeri, tabelle, cartine il salto impressionante che si è verificato in Italia nel numero degli impianti installati. Attraverso nuovi impianti solari, eolici, geotermici, idroelettrici, da biomasse già oggi sono centinaia i Comuni in Italia che producono più energia elettrica di quanta ne consumino. Grazie a questi impianti sono stati creati nuovi posti di lavoro, portati nuovi servizi e create nuove prospettive di ricerca applicata oltre, naturalmente, ad aver ottenuto un maggiore benessere e qualità della vita. Queste esperienze sono oggi la migliore dimostrazione del fatto che investire nelle rinnovabili è una scelta lungimirante e conveniente, che può innescare uno scenario virtuoso di innovazione e qualità nel territorio.

“Nel 2009 la crescita delle fonti rinnovabili è stata fortissima (+13% di produzione), e dimostra quanto oggi queste tecnologie siano affidabili e competitive - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, Presidente nazionale di Legambiente –. Ora occorre puntare con forza in questa direzione, capire quanto sia nell’interesse del Paese raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020 per la riduzione delle emissioni di CO2 e la crescita delle rinnovabili. Per questo siamo preoccupati di fronte all’assordante silenzio che ci sta accompagnando alla scadenza del prossimo giugno, quando l’Italia dovrà comunicare all’UE il piano nazionale per rientrare nell’obiettivo al 2020 del 17% di rinnovabili. I numeri, le storie raccontate da questo rapporto dimostrano che questi target sono a portata di mano, e che la soluzione più intelligente è quella di guardare ai territori: alla domanda di energia da parte di case, uffici, aziende e attività agricole per capire come soddisfarla con le risorse rinnovabili più adatte ed efficienti. Ma soprattutto, le esperienze raccolte dimostrano quanto questa prospettiva risulti già oggi vantaggiosa: coloro che hanno installato impianti solari termici e fotovoltaici o che sono collegati a reti di teleriscaldamento, pagano bollette meno salate in località dove l’aria è più pulita”.

“Le azioni intraprese di recente da molti Comuni italiani stanno dando un contributo importante alla corsa nazionale per il raggiungimento degli obiettivi posti dall'Unione Europea in tema di energia rinnovabile – dichiara Gerardo Montanino, direttore operativo del Gestore dei Servizi energetici - Questo grazie anche a una solida politica nazionale di incentivazione che, attraverso varie forme di sostegno, si estende a tutte le fonti rinnovabili. L’eccezionalità del nostro territorio, infine, sta proprio nell’avere potenzialità di sviluppo per tutte le nuove energie rinnovabili”.

“I numeri contenuti nel rapporto 2010 – ha dichiarato Massimo Orlandi, amministratore delegato di Sorgenia - testimoniano la progressiva crescita della sensibilità e dell’impegno per lo sviluppo delle fonti rinnovabili da parte di istituzioni nazionali e locali, imprese e cittadini del nostro Paese. È ormai opinione comune che la produzione di energia attraverso fonti alternative rappresenti un’opportunità, sia per contrastare i cambiamenti climatici sia per creare sviluppo economico e occupazione. Tuttavia, per colmare il divario che ancora ci separa dai leader europei Germania e Spagna,occorre proseguire e rafforzare questo impegno anche in futuro, ad esempio uniformando e velocizzando gli iter autorizzativi per i nuovi impianti. Per Sorgenia i risultati del rapporto confermano la validità di una strategia aziendale intrapresa ormai da alcuni anni. Siamo stati tra i primi in Italia a credere nelle potenzialità delle rinnovabili, dando vita a un piano di investimenti pluriennale da circa due miliardi di euro che è attualmente in avanzata fase di esecuzione. La produzione di energia pulita, in particolare attraverso il sole e il vento, resterà uno dei capisaldi della strategia di sviluppo di Sorgenia anche nei prossimi anni”.

Le prospettive e gli interventi necessari
“I Comuni rinnovabili sono un perfetto esempio della direzione verso cui si deve guardare per ragionare di energia in Italia. Ovvero, bisogna partire dal territorio per comprendere la domanda di energia e fornire la risposta più adatta, pulita e efficiente - ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente -. Ma per dare forza a questa prospettiva occorre dare finalmente certezze al settore, assumendo gli obiettivi UE al 2020 come scenario di riferimento delle politiche, in modo da stabilire regole e condizioni utili a innescare un ciclo virtuoso”.

Legambiente indica in dettaglio nel rapporto gli interventi indispensabili, a partire dal Piano di azione nazionale per le rinnovabili che occorre presentare a Bruxelles entro Giugno 2010, per indicare le politiche e gli obiettivi suddivisi tra le Regioni.

Ma quali sono gli interventi più urgenti? Intanto la semplificazione delle procedure per i progetti. Bisogna far diventare un atto libero e gratuito realizzare un impianto domestico da fonti rinnovabili ed emanare le Linee Guida per l’approvazione dei progetti come previsto dal DL 387/2003, soprattutto per fare chiarezza rispetto all’inserimento degli impianti nel paesaggio.

Va inoltre definito uno scenario certo, di progressiva riduzione per gli incentivi alle fonti rinnovabili con un orizzonte da fissare al 2020. La priorità va al prolungamento degli incentivi in Conto Energia per il solare fotovoltaico (di grande successo e in fase di scadenza). Ma altrettanto urgente è dare certezza al solare termico e agli interventi di risparmio energetico (con il 55% di detrazione fiscale) che termineranno nel 2010. Bisogna poi investire sulla rete energetica per adeguarla a una generazione sempre più efficiente e distribuita. Ed è necessario spingere con convinzione l’innovazione energetica degli edifici, con prestazioni minime obbligatorie di efficienza e di uso delle rinnovabili e sostenere una politica per riqualificare e migliorare le prestazioni energetiche del parco immobiliare esistente.

Infine bisogna fare in modo che il mercato energetico premi veramente efficienza e concorrenza nell’offerta ai cittadini e alle imprese, ed utilizzare, per valutare i progetti da fonti fossili criteri legati all’efficienza energetica e alle emissioni di CO2. Ma occorrono anche nuove idee per muovere politiche capaci di spingere l’efficienza energetica verso gli utenti finali. In questo nuovo scenario energetico occorre mettere in moto soluzioni inedite, capaci di rendere possibile una accelerazione degli interventi a tutti i livelli, anche a quello locale. Un esempio sono i Regolamenti Edilizi comunali che, come dimostra l’esperienza di questi anni, possono spingere con obblighi e incentivi l’innovazione nel settore delle costruzioni.

NO DIA PER MANUTENZION STRAORDINARIE: I PROGETTISTI CONTRO IL DECRETO


(Fonte: www.edilportale.com)

“Con l’abolizione della DIA per le opere di manutenzione straordinaria registriamo ancora una volta con grande preoccupazione la volontà del Governo di ignorare del tutto gli avvertimenti ed i suggerimenti dati dal mondo delle professioni tecniche per la tutela di interessi collettivi”.

È il commento dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma sul ‘DL Incentivi’, che consentirà di effettuare gli interventi di manutenzione straordinaria senza alcun titolo abilitativo (leggi tutto). Nei giorni scorsi il Consiglio Nazionale degli Architetti aveva definito il provvedimento “un condono edilizio mascherato per opere già realizzate senza permesso”.

Eliminare completamente la figura del progettista pone - secondo l’Ordine presieduto da Amedeo Schiattarella - seri problemi in termini di sicurezza: “chi verificherà che l’intervento non incida sulla struttura dell’edificio? Chi controllerà il rispetto delle norme antisismiche, di sicurezza, igienico-sanitarie, ecc.?” Il Cnappc aveva proposto di rendere comunque obbligatorio il progetto redatto da un tecnico (leggi tutto) ma - sottolinea l’Ordine di Roma - “questa proposta, nonostante le tante assicurazioni verbali, è stata completamente respinta”.

L’Ordine degli Architetti di Roma, insieme con altri ordini provinciali, con gli ingegneri e con i geometri, cercherà di modificare il DL, quando inizierà la conversione in legge. “Vorremmo - conclude la nota - che almeno questa volta il mondo politico si ricordasse che esiste in Italia un mondo delle professioni che è portatore di competenze e valori utili per il bene di tutti”.

E la sicurezza è il punto su cui si interroga anche l’Ordine degli Ingegneri di Roma: “Il prezzo della ‘liberalizzazione’ potrebbe essere il rischio di lavori eseguiti a discapito delle strutture e della sicurezza sismica: chi valuterà la sicurezza delle strutture? E poi il DURC richiesto per la DIA alle ditte che eseguono i lavori è una minima garanzia sulla sicurezza del cantiere; in questo modo i lavori saranno eseguiti senza nessun controllo...”.

È critica verso la liberalizzazione delle opere di manutenzione straordinaria anche l’Associazione Nazionale Ingegneri Architetti Liberi Professionisti che, pur condividendo la necessità di snellire questa procedura, definisce “inconcepibile che si possa attuare un’attività edilizia senza alcun controllo da parte di tecnici specialisti, con una totale mancanza di verifica del rischio di lavori sulle strutture portanti e di sovraccarico, oppure sul rispetto delle norme igienico-sanitarie”.

“La procedura giusta e di buon senso - si legge in una nota firmata dal Presidente dell’Anialp, l’arch. Antongiulio Ciaramellano - potrebbe essere quella di una semplice comunicazione all’ufficio tecnico comunale dei nominativi della ditta esecutrice dei lavori e del tecnico qualificato responsabile, che a fine lavori, rilasciano congiuntamente un certificato di regolare esecuzione”.

Il DL Incentivi - ricordiamo - è in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Subito dopo entrerà in vigore ma le misure di semplificazione per le manutenzioni straordinarie dovranno comunque rispettare le disposizioni regionali in materia di edilizia e le prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali. E poichè in quasi tutte le Regioni la manutenzione straordinaria è sottoposta a Dia, la norma introdotta dal DL incentivi rischia di rimanere inefficace.

NO DIA PER MANUTENZIONI STRAORDINARIE: DOMANI AL VIA IL DECRETO


(Fonte: www.edilportale.com)

25/03/2010 - È prevista per domani l’entrata in vigore del Decreto-Legge Incentivi che, oltre agli aiuti ai consumi, modifica la disciplina delle ristrutturazioni. Secondo l’art. 5, per realizzare un intervento di manutenzione straordinaria non occorrerà alcun titolo abilitativo, ma sarà sufficiente informare il Comune prima dell’inizio dei lavori.

La manutenzione straordinaria - ricordiamo - comprende “le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso”.

Ma prima di procedere ai lavori, il padrone di casa dovrà verificare che siano rispettate le regole imposte dallo stesso DL Incentivi. Innanzitutto l’intervento non dovrà riguardare le parti strutturali dell’edificio, non dovrà incrementare il numero delle unità immobiliari né modificare i parametri urbanistici (volumetrie e superfici).

Se non si rientra in uno dei casi suddetti, occorrerà verificare se esiste una legge regionale che disciplina la materia edilizia, e cosa prevede. Ad oggi quasi tutte le Regioni dotate di una legge regionale in materia edilizia subordinano la manutenzione straordinaria alla DIA: in tal caso la legge regionale prevale e la DIA andrà presentata. Altrimenti si dovrà fare riferimento al Dpr 380/2001, come modificato dal DL Incentivi.

Se invece, come in Sardegna o in Friuli Venezia Giulia, per i lavori straordinari è richiesta soltanto un’autorizzazione comunale, la procedura sarà già semplificata e si potrà passare oltre e verificare che l’intervento che si intende intraprendere sia conforme alle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali.

Assodata la conformità alle regole locali, bisognerà informarsi sulla sismicità della zona in cui si trova l’immobile e verificare la rispondenza dell’intervento alle norme antisismiche. Se poi l’immobile o l’area sono tutelati, sarà necessario espletare le procedure richieste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Dopodiché occorrerà rispettare le norme antincendio, le norme igienico-sanitarie e quelle sull’efficienza energetica, nazionali o regionali. Da ultimo, per tutelare i lavoratori impegnati nel cantiere, occorrerà applicare le norme di sicurezza.

A questo punto si potrà inviare una comunicazione, anche telematica, al Comune prima dell’inizio dei lavori, allegando le eventuali autorizzazioni obbligatorie e indicando l’impresa che eseguirà i lavori.

Ma a porre altri dubbi sono i lettori di Edilportale: “Se si modificano tramezzi e vani - scrive Anna - poi come la mettiamo con la conformità urbanistica dal notaio in caso di compravendita?”. E Edoardo: “Chi glielo dice al catasto che io posso fare quello che voglio senza verificare se questo comporta una variazione del valore dell’immobile?”. “Per evitare lungaggini burocratiche si taglia sulla necessità di una progettazione sana” afferma Danilo. Senza l’obbligo di DIA - dice Lorenzo - ognuno “si sentirà autorizzato a ristrutturare a proprio piacimento in beffa delle più elementari norme strutturali e tecniche”.

mercoledì 24 febbraio 2010

I SINDACI DEL NORD CHIEDONO DI PROLUNGARE IL 55% OLTRE IL 2010


(Fonte. www.edilportale.com)
24/02/2010 - Mantenere oltre il 2010 la detrazione del 55% per l’efficientamento energetico degli edifici e prevedere, nel nuovo Conto Energia, un incremento del premio per gli impianti fotovoltaici negli edifici pubblici. Sono due delle richieste avanzate al Governo dai Comuni della Valle Padana per combattere l’inquinamento atmosferico in tutta la Pianura Padana.

Oltre al blocco del traffico di domenica 28 febbraio, deciso per ridurre i livelli di concentrazione degli agenti inquinanti nell’aria, i Sindaci, capitanati dal Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni (ANCI) e dal sindaco di Milano Letizia Moratti, hanno stilato una bozza di documento che sancisce la costituzione di un coordinamento permanente per l’attuazione di una politica volta a migliorare la vivibilità delle città.

Nel bacino padano - spiega il documento - si concentra oltre il 50% dei grandi insediamenti industriali e anche attività agricole intensive, da non trascurare in termini di emissioni di sostanze inquinanti; di conseguenza, a livello nazionale, oltre il 40% delle emissioni di PM10 e di azoto ha origine dall’area padana. Negli ultimi anni i limiti alle emissioni inquinanti sono stati superati anche nelle stazioni di fondo urbano, dimostrando l’esistenza di condizioni non contingenti ma consolidate in un’area estesa.

Per migliorare la vivibilità delle città, i sindaci si sono quindi impegnati - oltre che a limitare il traffico automobilistico e ad estendere le aree pedonali - anche ad attuare un programma di efficientamento degli edifici pubblici comunali, nell’ambito di un aggiornamento dei Piani Energetici Comunali (PEC), a promuovere il risparmio energetico attraverso l’aggiornamento dei regolamenti edilizi comunali, ad ottimizzare i consumi energetici per il riscaldamento privato, attraverso impianti di teleriscaldamento su scala locale, e a disporre controlli sull’efficienza degli impianti termici civili.

Tra le richieste rivolte al Governo, c’è la proroga oltre il 2010 della detrazione del 55% e l’incremento del premio previsto dal nuovo Conto Energia, per gli impianti fotovoltaici abbinati ad un uso efficiente di energia negli edifici pubblici. Alle Regioni è stato invece chiesto di monitorare i dati ambientali dell’area padana e di aumentare la spesa per il miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.
“L’appello lanciato dai sindaci di Milano e di Torino per il blocco contemporaneo del traffico in tutte le città della Pianura Padana è una novità importante in questa pesante stagione inquinata - sostiene Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente -. Ma, accanto alle 100 ordinanze di blocco, ci attendiamo 100 delibere di misure strutturali antinquinamento”.

Il Governo - spiega la direttrice nazionale di Legambiente, Rossella Muroni - non ha trovato il tempo, in tre anni, di elaborare il Piano di risanamento dell’aria che l’Europa attende da tempo, e infatti la UE ha aperto una procedura di infrazione milionaria nei confronti dell’Italia. Eppure sono tante, secondo Legambiente, le proposte sostenibili dei Comuni, tra cui: corsie preferenziali, spazi e servizi per le biciclette, quartieri senz’auto, politiche di efficienza energetica, case e quartieri solari, centrali ad energia rinnovabile. In Italia come in tutta Europa.

martedì 16 febbraio 2010

DETRAZIONE FISCALE 55%: NUOVE REGOLE DAL 15 MARZO


(Fonte: www.edilportale.com)
Saranno operativi dal 15 marzo 2010 i nuovi limiti di trasmittanza termica, necessari per accedere alle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.

È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12 febbraio scorso, il Decreto 26 gennaio 2010 con cui il Ministero dello Sviluppo Economico aggiorna il DM 11 marzo 2008 in materia di riqualificazione energetica degli edifici.

Nuovi limiti per la trasmittanza termica
Ai fini della detrazione fiscale del 55%, i valori di trasmittanza termica delle strutture opache verticali, orizzontali e inclinate e delle chiusure apribili e assimilabili, che delimitano l’edificio verso l’esterno o verso locali non riscaldati, devono rispettare i corrispondenti limiti massimi riportati in allegato B al decreto, in funzione delle zone climatiche di ubicazione dell’edificio.
Per le strutture opache verticali, i limiti scendono (es.: in zona climatica A, da 0,56 a 0, 54); per le coperture i valori si riducono nelle zone da A a D (es.: da 0,34 a 0,32) e restano uguali in zona E ed F.
Per i pavimenti i valori aumentano (es.: da 0,59 a 0,60 in zona A), mentre per le chiusure apribili e assimilabili, aumentano i valori relativi alle zone E ed F e scendono quelli relativi alle zone A e B.
Da notare che l'espressione "finestre comprensive di infissi" del DM 11 marzo 2008 è stata sostituita con "chiusure apribili e assimilabili" che, come spiega la nota alla tabella, comprende (oltre alle finestre vere e proprie) porte, finestre e vetrine anche non apribili.

Impianti a biomasse
Qualora l’intervento oggetto della detrazione fiscale del 55% includa la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti a biomasse combustibili, alle condizioni di cui al DM 11 marzo 2008, il nuovo DM 26 gennaio 2010 aggiunge:
- per i soli edifici ubicati nella zone climatiche C, D, E e F, i valori della trasmittanza (U) delle chiusure apribili e assimilabili, quali porte, finestre e vetrine anche se non apribili, comprensive degli infissi, considerando le parti trasparenti e/o opache che le compongono, che delimitano l’edificio verso l’esterno o verso locali non riscaldati, devono rispettare i limiti massimi riportati nella tabella 4.a del Dlgs 192/2005, come previsto dall’art. 4, comma 4, lettera c), del Dpr 2 aprile 2009, n. 59;
- i soggetti che intendono detrarre le spese sostenute per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, devono dichiarare il rispetto dei requisiti in sede di trasmissione all’Enea della documentazione prevista all’art. 4 del DM 19 febbraio 2007 e successive modificazioni.
Inoltre, ai soli fini della detrazione del 55%, nel caso in cui la riqualificazione energetica includa la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti a biomasse combustibili, si assume una quota di energia fossile pari all’energia primaria realmente fornita all’impianto moltiplicata per il fattore 0,3.

Metodologie di calcolo
Per il calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale e della trasmittanza dell’involucro edilizio, il DM 11 marzo 2008 faceva riferimento all’allegato I del Dlgs 192/2005 (Regime transitorio per la prestazione energetica degli edifici).
Il DM 26 gennaio 2010 modifica questa norma e dispone che si utilizzino le metodologie di calcolo di cui all’art. 3, del Dpr 59/2009. Inoltre, viene precisato che l’uso dello schema di procedura semplificata per la determinazione dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale di cui all’allegato G al DM 7 aprile 2008 è equivalente allo schema riportato all’allegato 2 al DM 26 giugno 2009.

Entrata in vigore
Le disposizioni di cui al DM 26 gennaio 2010 si applicano a partire dal 30° giorno dalla loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quindi dal 15 marzo 2010 (poiché il 14 è domenica, il termine slitta al 15). Entro tale data l’Enea dovrà adeguare il sito internet attraverso il quale i soggetti che intendono avvalersi delle detrazioni del 55% trasmettono la documentazione.

mercoledì 3 febbraio 2010

55%: NUOVI LIMITI DI TRASMITTANZA PER SERRAMENTI

(fonte: www.edilportale.com)
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a punto un decreto che cambia i limiti di trasmittanza termica dei serramenti necessari, nel 2010, per accedere alle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
Ricordiamo che il 1° gennaio 2010 sono entrati in vigore i nuovi limiti di trasmittanza U, fissati dal DM 11 marzo 2008, attuativo della Finanziaria 2008, più rigidi rispetto a quelli in vigore fino a fine 2009 (leggi tutto).

Per usufruire della detrazione del 55%, infatti, fino al 31 dicembre 2009 occorreva rispettare i valori limite che il Dlgs 192/2005 (come modificato dal Dlgs 311/2006) fissacome obbligatori per tutti (a prescindere dalle detrazioni fiscali) a partire dal 1° gennaio 2010. Dal 1° gennaio 2010 sono stati fissati valori ancora più bassi.

Il Decreto Ministeriale appena emanato ha modificato i valori, a seguito dell’emanazione dei decreti attuativi del Dlgs 192/2005 (Dpr 59/2009 e Linee Guida per la certificazione energetica) e dell’esperienza applicativa di questi anni. Il MSE ha quindi ritenuto opportuno ricalibrare i requisiti tecnici di ammissibilità degli incentivi fiscali e superare alcune criticità relative all’attuazione dei commi 344 e 345 della Finanziaria 2007.

In particolare, sono stati innalzati i valori relativi alle zone climatiche E ed F (nelle quali rientra la gran
parte del territorio italiano) e abbassati quelli relativi alle zone A e B (che interessano alcune aree del Mezzogiorno).

Il Decreto ha accolto le richieste espresse da Uncsaal rispetto ai limiti per l’anno in corso indicati dalla Finanziaria 2008, limiti che rischiavano di penalizzare i consumatori, obbligati ad acquistare serramenti iperperformanti, quindi più costosi, anche laddove non sarebbe necessario per assicurare una equilibrata prestazione termica.

Di seguito una tabella con i limiti per le chiusure apribili e assimilabili:

Zona Climatica Limiti in vigore dal 1° gennaio 2010 (DM 11/03/2008) Limiti previsti dal DM appena emanato
A 3,9 3,7
B 2,6 2,4
C 2,1 2,1
D 2,0 2,0
E 1,6 1,8
F 1,4 1,6

giovedì 7 gennaio 2010

DAL 01 GENNAIO RINNOVABILI OGGLIBATORIE SUI NUOVI EDIFICI


(Fonte: www.edilportale.com)
I Comuni hanno avuto tempo fino al 1° gennaio 2010 per inserire nei propri regolamenti edilizi l’obbligo di dotare le unità abitative e gli edifici industriali di nuova costruzione di impianti di energia da fonti rinnovabili in grado di garantire una produzione di almeno 1 kW.
La Finanziaria 2008, stabiliva infatti che, ai fini del rilascio del permesso di costruire, i regolamenti edilizi prevedano, per i nuovi edifici, l’installazione di impianti da fonti rinnovabili e fissava 1° gennaio 2009 la scadenza per i Comuni (leggi tutto); successivamente, la L. 14/2009, di conversione del DL 207/2008 “Milleproroghe” l’ha differita al 1° gennaio 2010 (leggi tutto).

La norma modifica l’articolo 4, comma 1-bis, del Testo Unico dell’edilizia (Dpr 380/2001) prevedendo che nei regolamenti edilizi, ai fini del rilascio del permesso di costruire per gli edifici di nuova costruzione, sia prevista l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell'intervento. Per i fabbricati industriali, di estensione superficiale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima è di 5 kW.

Secondo il rapporto “L’innovazione energetica nei regolamenti edilizi comunali” curato da Legambiente e Cresme in collaborazione con Saie Energia, l’utilizzo di fonti rinnovabili è già obbligatorio in 406 Comuni e l’obbligo di installazione di 1 kW di fotovoltaico per unità abitativa è stato recepito in 135 Comuni (leggi tutto).

Ricordiamo, infine, che l’accordo raggiunto il 17 novembre tra il Parlamento europeo e il Consiglio, per la revisione della Direttiva CE/91/2002 sul rendimento energetico in edilizia, prevede che tutti gli edifici costruiti dal 1° gennaio 2021 dovranno avere elevati standard di efficienza energetica e il loro fabbisogno energetico dovrà essere coperto in misura molto significativa da fonti rinnovabili.