martedì 26 luglio 2011

CERTIFICAZIONE ENERGETICA RAFFORZATA NEL PIANO PER L'EFFICIENZA


(Fonte: www.edilportale.com)

Rafforzare il ruolo della certificazione energetica, fornire un quadro chiaro degli incentivi a disposizione per gli interventi di riqualificazione e convergere verso una definizione univoca di edifici a energia quasi zero. Sono alcuni dei contenuti presenti nella nuova bozza del Piano nazionale per l’efficienza energetica, approvata a luglio dopo la consultazione voluta dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
Il documento, studiato per uniformarsi ai contenuti delle Direttive 2002/91/Ce e alla più recente 2010/31/Ce, è articolato in modo simile a quello del 2007 e prevede un tavolo di raccordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia per la programmazione di incentivi e premialità utili alla riqualificazione e al risparmio energetico.

Nel settore residenziale, il piano pensa agli effetti positivi dati dal raggiungimento dei migliori standard di legge, misurabili in maggiore occupazione e aumento del Pil. Per questi obiettivi saranno fissati quindi i requisiti minimi dei nuovi edifici, studiati sulla base di una metodologia comparativa che tenga conto delle differenze territoriali, e una serie di step graduali fino al 2020, anno in cui gli standard di alta efficienza diventeranno obbligatori.

Nel non residenziale sono allo studio sistemi di schermatura passiva, con eventuali procedure semplificate e agevolazioni.

A guidare il percorso verso il taglio dei consumi dovrebbero essere gli edifici pubblici, dove i contratti per l’acquisto di servizi energetici dovrebbero essere strutturati in modo tale che il proprietario si impegni a pagare una quota fissa e il fornitore a realizzare la riqualificazione dell’edificio. Per questo sarebbe utile predisporre un capitolato speciale di appalto standard. Date le differenze tra Stazioni Appaltanti, edifici esistenti e tipologie contrattuali in essere, sarà necessaria l’emanazione di apposite linee guida.

Il testo ha destato qualche puntualizzazione da parte degli addetti ai lavori. Secondo Cogena, si tratta di una ricognizione degli adempimenti necessari e non di un documento programmatico, dal momento che prevede una serie di possibili aree di intervento, ma non l’indicazione chiara degli strumenti. I contenuti, sottolinea Cogena, sarebbero quelli già presenti nelle norme nazionali, ma ancora inattuati.
Cogena propone quindi obiettivi più ambiziosi, come l’immediata attuazione dei programmi e obiettivi suddivisi tra le Regioni, il rafforzamento delle reti nazionali e la previsione di strumenti stabili per l’efficientamento energetico.

Sulla stessa lunghezza d’onda Finco, che sugerisce l’inserimento dell’ecoprestito agevolato a tasso zero per dieci anni fino a un massimo di 30 mila euro. Una misura già testata in altri Paesi, riferisce il presidente di Confindustria – Finco Cirino Mendola, che mette in guardia dai rischi del taglio agli incentivi su interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica.

lunedì 18 luglio 2011

55% e 36%: FORSE PROROGATI CON UNA RIMODULAZIONE


(Fonte: www.edilportale.com)

18/07/2011 - Stabilizzare e rimodulare gli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. È la proposta di Uncsaal e Federlegno Arredo, che parte da alcune considerazioni sui contenuti della manovra fiscale, approvata definitivamente con voto di fiducia la settimana scorsa.
Le due associazioni fanno notare come il testo non contenga nessun accenno alla cancellazione degli incentivi del 36% e 55%. Anzi, il taglio delle agevolazioni del 5% per il 2013 e del 20% nel 2014 potrebbe far ipotizzare una proroga. Così come la riduzione dal 10% al 4% della ritenuta d’acconto sugli interventi che beneficiano delle detrazioni fiscali.

Secondo le associazioni, gli incentivi al risparmio energetico in edilizia rappresentano un risparmio anche per il bilancio dello Stato, riducono l’economia sommersa e contribuiscono a evitare le procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea.

Uncsaal e Federlegno hanno quindi formulato una proposta articolata in quattro punti che, oltre a contenere la conferma delle detrazioni fino al 31 dicembre 2015, riduce l’aliquota del bonus dal 55% al 45%, prevedendo rimborsi in cinque o dieci annualità, a seconda dei casi, e rimodulazioni dei tetti di spesa in base alla tipologia di intervento.

In base al Pae, piano di azione per l’efficienza energetica, che ogni Paese membro deve redigere ai sensi della Direttiva 2006/32/Ce per indicare un obiettivo nazionale di risparmio energetico, è necessario puntare sull’edilizia residenziale e industriale, ma anche su terziario e settore trasporti.

In particolare, sottolineano le associazioni, dato il basso livello qualitativo del patrimonio edilizio italiano, nel comparto residenziale ha riscosso un notevole successo la sostituzione di infissi, caldaie e impianti.

Secondo Uncsaal e Federlegno le detrazioni avrebbero creato consapevolezza nei committenti, facendo anche emergere una notevole quota di lavoro sommerso. Dalla sostituzione di infissi e impianti si starebbe gradualmente passando agli interventi sull’involucro edilizio. Segno che, concludono le associazioni, l’interruzione degli incentivi provocherebbe danni economici e ambientali.

martedì 5 luglio 2011

LA MANOVRA NON TAGLIERA' INCENTIVI ALLE RINNOVABILI


(Fonte: www.edilportale.com)

05/07/2011: “Il testo della Manovra da 47 miliardi all’esame del Quirinale ‘non contiene’ il taglio degli incentivi nelle bollette di luce e gas”.

È quanto afferma oggi l’agenzia di stampa Reuters citando una fonte governativa.

Il testo della Manovra circolato ieri (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria), prevedeva invece il taglio del 30% rispetto ai livelli del 31 dicembre 2010 per “tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale, previsti da norme di legge o da regolamenti”.

Il taglio, previsto dall’articolo 35, comma 10, del decreto (nella versione di ieri), avrebbe avuto decorrenza 1° gennaio 2012 ed era finalizzato a “ridurre il costo finale dell’energia per i consumatori e le imprese”.

I Ministri dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, avevano smentito la presenza della norma nel testo della Manovra inviato al Quirinale.