(Fonte: www.edilportale.com)
“Portare all’attenzione del Governo l’assoluta necessità di mantenere le detrazioni fiscali del 55% per il solare termico e i generatori di calore a condensazione”. È quanto si propongono Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici) e Assolterm (Associazione Italiana Solare Termico) - che rappresentano l’industria del solare termico e del riscaldamento - in una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro ad interim dello Sviluppo Economico e al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
La detrazione del 55% - spiegano le associazioni - sta portando beneficio sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica in atto, sia al sistema paese, con un rapporto positivo costi/benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese.
Dati alla mano, illustrano gli obiettivo che il settore del solare termico potrebbe raggiungere, se opportunamente sostenuto da incentivi, come la detrazione del 55%, e a fronte di un investimento contenuto nel breve e medio termine: nel 2020 potrebbe tagliare il traguardo di 1 metro quadrato installato per abitante.
A questo si accompagnerebbero numerosi benefici, diretti e indiretti, all’economia, in termini di occupazione; raggiungimento dell’obiettivo al 2020 sulle rinnovabili; crescita del gettito fiscale; riduzione delle bollette energetiche; sviluppo di una green economy e di una filiera industriale; riduzione della dipendenza dall’estero e dall’energia fossile.
Assotermica e Assolterm riprendono i dati Enea sulle detrazioni fiscali del 55% secondo cui, nel biennio 2008/2009, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e la sostituzione dei vecchi generatori di calore con modelli a condensazione hanno drenato una percentuale molto bassa di risorse, pari a poco più di 200 milioni di euro (circa l’8% delle detrazioni complessive) per i pannelli solari, e di 300 milioni di euro (circa il 20% delle detrazioni complessive) per la sostituzione di generatori di calore. Alla luce di questi elementi, le aziende del settore chiedono con forza che il Governo mantenga nel medio termine le detrazioni fiscali del 55% per il solare termico e i generatori di calore a condensazione e auspicano che il meccanismo delle detrazioni possa essere la base per l’elaborazione di nuovi sistemi di incentivazione più articolati e ottimizzati.
Le Regioni inoltre, analizzando il Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili (PAN), hanno espresso perplessità sugli incentivi e sulla reale possibilità di raggiungere gli obiettivi energetici imposti a livello europeo senza la proroga del 55%.
Nel PAN, infatti l’incentivo viene definito “particolarmente efficace per alcune applicazioni” e attualmente è in corso la valutazione dei risultati, anche in termini di effetti macroeconomici, nonché di effettivo onere per lo Stato, al fine di verificarne la possibile continuità e la rimodulazione in forme sempre più efficaci.
Il PAN propone alcuni interventi, tra cui:
- la revisione dello strumento delle detrazioni fiscali con riduzione della quota di spese detraibili per classi di intervento di diversa complessità e dimensioni, una più attenta calibrazione dei tetti di spesa detraibili e una revisione del numero di annualità per beneficiare della detrazione;
- l’attivazione di strumenti logicamente simili alle detrazioni fiscali per gli interventi con tempi di ritorno elevati o dimensione minore ed eseguiti da soggetti diversi da imprese.
“Portare all’attenzione del Governo l’assoluta necessità di mantenere le detrazioni fiscali del 55% per il solare termico e i generatori di calore a condensazione”. È quanto si propongono Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici) e Assolterm (Associazione Italiana Solare Termico) - che rappresentano l’industria del solare termico e del riscaldamento - in una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro ad interim dello Sviluppo Economico e al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
La detrazione del 55% - spiegano le associazioni - sta portando beneficio sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica in atto, sia al sistema paese, con un rapporto positivo costi/benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese.
Dati alla mano, illustrano gli obiettivo che il settore del solare termico potrebbe raggiungere, se opportunamente sostenuto da incentivi, come la detrazione del 55%, e a fronte di un investimento contenuto nel breve e medio termine: nel 2020 potrebbe tagliare il traguardo di 1 metro quadrato installato per abitante.
A questo si accompagnerebbero numerosi benefici, diretti e indiretti, all’economia, in termini di occupazione; raggiungimento dell’obiettivo al 2020 sulle rinnovabili; crescita del gettito fiscale; riduzione delle bollette energetiche; sviluppo di una green economy e di una filiera industriale; riduzione della dipendenza dall’estero e dall’energia fossile.
Assotermica e Assolterm riprendono i dati Enea sulle detrazioni fiscali del 55% secondo cui, nel biennio 2008/2009, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e la sostituzione dei vecchi generatori di calore con modelli a condensazione hanno drenato una percentuale molto bassa di risorse, pari a poco più di 200 milioni di euro (circa l’8% delle detrazioni complessive) per i pannelli solari, e di 300 milioni di euro (circa il 20% delle detrazioni complessive) per la sostituzione di generatori di calore. Alla luce di questi elementi, le aziende del settore chiedono con forza che il Governo mantenga nel medio termine le detrazioni fiscali del 55% per il solare termico e i generatori di calore a condensazione e auspicano che il meccanismo delle detrazioni possa essere la base per l’elaborazione di nuovi sistemi di incentivazione più articolati e ottimizzati.
Le Regioni inoltre, analizzando il Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili (PAN), hanno espresso perplessità sugli incentivi e sulla reale possibilità di raggiungere gli obiettivi energetici imposti a livello europeo senza la proroga del 55%.
Nel PAN, infatti l’incentivo viene definito “particolarmente efficace per alcune applicazioni” e attualmente è in corso la valutazione dei risultati, anche in termini di effetti macroeconomici, nonché di effettivo onere per lo Stato, al fine di verificarne la possibile continuità e la rimodulazione in forme sempre più efficaci.
Il PAN propone alcuni interventi, tra cui:
- la revisione dello strumento delle detrazioni fiscali con riduzione della quota di spese detraibili per classi di intervento di diversa complessità e dimensioni, una più attenta calibrazione dei tetti di spesa detraibili e una revisione del numero di annualità per beneficiare della detrazione;
- l’attivazione di strumenti logicamente simili alle detrazioni fiscali per gli interventi con tempi di ritorno elevati o dimensione minore ed eseguiti da soggetti diversi da imprese.